DOCUMENTI SUI FAMIGLIARI DI GESU' GENITORI E PARENTI

giovedì 24 aprile 2008

WIKIPEDIA-FRATELLI DI GESU' E APOSTOLI

Giacomo il Minore (... – 62) è stato uno dei dodici apostoli di Gesù.

Nei Vangeli viene indicato come Giacomo d'Alfeo (Matteo 10,3, Marco 3,18, Luca 6,15, Atti 1,13) uno dei dodici apostoli di Gesù Cristo. Non se ne conosce la data di nascita, la morte probabilmente per martirio nel 62.

L'apostolo Giuda nella sua lettera si identifica come fratello di Giacomo. Questi dovevano quindi essere stretti parenti di Cristo, in alcuni passi del Vangelo secondo Marco (15,40-41) vengono indicati come "Fratelli di Gesù[1]"

Si suppone che alla morte per martirio di Giacomo il Maggiore nel 42 diventa il responsabile della Chiesa di Gerusalemme.

Eusebio di Cesarea lo identifica con Giacomo il Giusto, per la sua forte figura morale (non è da confondere con l'omonimo Giacomo il Giusto a capo della Chiesa di Gerusalemme dopo la morte di Gesù). Nel Concilio di Gerusalemme richiamerà la nascente Chiesa ad accettare i convertiti pagani alla nuova fede senza pretendere l'adesione alla legge mosaica, in sintonia con quanto auspicato da Paolo, anche se alcuni ritengono che in realtà ci fu un forte contrasto fra i due apostoli. Giacomo è l'autore della prima delle Lettere cattoliche, che è indirizzata alle dodici tribù di Israele, sparse in tutto il mondo. Sarebbe stato ucciso secondo la tradizione a bastonate dopo essere stato gettato dalle mura del Tempio. Giuseppe Flavio nelle Antichità giudaiche (20,9,1) indica in Anna II il sommo sacerdote, l'istigatore di questa uccisione.

Si suppone che Giacomo il Minore sia lo stesso che nei Vangeli viene indicato come Giacomo d'Alfeo (Matteo 10:3, Marco 3:18, Luca 6:15, Atti 1:13) uno dei dodici apostoli di Gesù Cristo. Di lui non si conosce altro.
Se fossero realmente la stessa persona, si può supporre, con un certo conforto delle Scritture, che anche Alfeo e Cleofa potessero essere la stessa persona, in questo caso la madre di Giacomo sarebbe stata la Maria di Clèofa, di Giovanni 19:25 che nei versetti paralleli viene descritta come (Matteo 27:56) Maria madre di Giacomo e di Giuseppe e (Marco 15:40) Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses.
Accettando questa ipotesi si può pensare che venisse chiamato il minore per distinguerlo dell’altro apostolo Giacomo, figlio di Zebedeo, mentre si può solo supporre che fosse dovuto al fatto di essere più giovane o più piccolo di statura.

Traduttori e commentatori Biblici hanno avanzato varie ipotesi, ad esempio:

Rossano Pietro,[2] nel commento a Galati 2:9 dice: "Giacomo, il fratello, cioè parente, cugino del Signore, si deve distinguere da Giacomo di Zebedeo, detto il Maggiore, e da Giacomo di Alfeo, entrambi del collegio dei Dodici. Presiedeva con grande autorevolezza la comunità di Gerusalemme." (pag. 1779)
Pasquero Fedele,[3] sembra escludere che sia Giacomo che Giuda (gli scrittori delle lettere) fossero apostoli: infatti nell'introduzione alla Lettera di Giacomo (pag. 1847) scrive: "L'autore di questa lettera si presenta come Giacomo, servo di Dio e del Signore Gesù Cristo, Giacomo 1:1 ma è difficile dire chi veramente sia. La probabilità inclina verso la persona di Giacomo, fratello del Signore, probabilmente non apostolo, Giacomo 3:1, favorito da un'apparizione di Gesù risorto, 1 Corinzi 15:7, a cui Pietro fece annunziare la propria liberazione dal carcere, Atti 12:17, stimato una delle colonne della chiesa, Galati 2:9, vescovo di Gerusalemme per una trentina d'anni, molto osservante del giudaismo, ucciso verso il 62 sotto il sommo sacerdote Anania, dopo la morte del procuratore Festo. A lui, appunto, la tradizione cristiana attribuisce la lettera."
E in quella alla Lettera di Giuda: (pag. 1866) "L'autore stesso si dichiara fratello di Giacomo, che viene comunemente indicato come fratello di Gesù, quindi né l'uno né l'altro apostoli poiché in caso che lo fossero stati, non avrebbero mancato d'indicarlo. Come parente di Gesù dovette godere di grande stima nella chiesa primitiva, per cui poté rivolgere autoritativamente ai fedeli che certo lo conoscevano e che erano con ogni probabilità palestinesi, questo breve scritto."
Mentre nell'Indice dei principali Nomi Propri (pag. 1996) cita i vari personaggi di nome Giacobbe (da cui evidentemente deriva Giacomo) "Giacobbe, figlio di Isacco ... Vi sono altri cinque personaggi di questo nome nel NT, di cui due Apostoli, v., un altro padre di S. Giuseppe Matteo 1:15, 16, uno fratello del Signore, Marco 15:40; Galati 1:19; Atti 12:17, l'ultimo padre di Giuda Apostolo, Giuda 1 (ove è detto fratello)"
Salvatore Garofalo [4] commenta così le scritture che menzionano Giacomo: Marco 15:40 "Giacomo è detto il Minore per distinguerlo dall'omonimo apostolo, figlio di Zebedeo e fratello dell'evangelista Giovanni. Da Matteo 27:56 Salome è la moglie di Zebedeo." (pag. 1023); Atti 12:17 "Si tratta di Giacomo, parente di Gesù (cfr. Mt 13,55; Gal 1,19) e capo della comunità di Gerusalemme." (pag. 1098); Galati 1:19 "Il cugino di Gesù era a capo della Chiesa di Gerusalemma: cfr At 12,17." (pag. 1158)
Così commenta l'Introduzione alla Lettera di Giacomo (pag. 1207) "Il Giacomo autore dello scritto sembra essere l'omonimo capo della comunità cristiana di Gerusalemme (At 12, 17; 21, 18), che si rivolge a giudeo-cristiani dispersi nel mondo greco-romano. Egli morrà nel 62 e più probabilmente scrisse tra il 57 e il 62, a motivo delle relazioni che si notano tra la lettera e gli altri scritti dell'A.T."
E l'Introduzione alla Lettera di Giuda (pag. 1227) "Il Giuda autore di questa lettera è 'fratello di Giacomo'; più probabilmente di Giacomo parente di Gesù, venerato capo della chiesa madre di Gerusalemme. Egli quindi non sarebbe l'apostolo Giuda Taddeo, detto 'di Giacomo', nel senso di figlio di Giacomo"
Le scritture che parlano di Giacomo vengono così commentate dall'Abate Don Giuseppe Ricciotti: [5] Matteo 13:55-58 "figlio del legnaiuolo, di Giuseppe, tale era stimato Gesù dagli abitanti di Nazaret, ignari del concepimento soprannaturale di Lui, e giudicando secondo la condizione legale per cui Giuseppe era sposo di Maria. Suoi fratelli ... sue sorelle, qui come altrove nel senso di cugini e parenti; e in realtà, dei quattro "fratelli" qui nominati, proprio i due primi - cioè Giacomo e Giuseppe - saranno presentati in seguito come figli di quella Maria moglie di Cleofa che fu ai piedi della croce di Gesù insieme con Maria madre di Lui." (pag. 1402); Luca 6:13-16 "All'alba, chiamò i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli, cioè: Simone, a cui mise anche nome Pietro, e Andrea fratello di lui, Giacomo e Giovanni, Filippo e Bartolomeo, Matteo e Tommaso, Giacomo figlio d'Alfeo e Simone detto Zelote, Giuda fratello di Giacomo e Giuda Iscariote, che fu poi traditore." (pag. 1469 non vi è commento a questo versetto però si può notare che specifica che Giuda è fratello di Giacomo diversamente dalle altre versioni considerate.[6]); Galati 1: 18, 19 "Pietro: il greco ha Cefa (cfr. 2, 9). — Giacomo il fratello del Signore: cioè cugino di Gesù, è Giacomo il Minore (vedi l'Introduzione s. Giacomo). Perciò Paolo venuto a Gerusalemme per conoscere e riverire Pietro, entrò in relazione anche con Giacomo: questi due infatti, insieme con Giovanni, erano i più insigni apostoli (cfr. 2, 9)." (pag. 1638) Galati 2: 9 "Colonne della Chiesa (cfr. 1, 18-19; 2, 8): Giacomo era parente di Gesù, Pietro era capo della Chiesa, Giovanni era stato il discepolo prediletto di Gesù." (pag. 1638)
La Lettera di Giacomo (pag. 1719) viene così introdotta: "Giacomo, autore di questa lettera, è l'apostolo Giacomo figlio di Alfeo, cioè Giacomo il Minore, chiamato anche fratello del Signore ossia parente di Gesù Cristo. Fu martirizzato nell'anno 62, mentre era a capo della chiesa di Gerusalemme."
Quella di Giuda (pag. 1757) invece: "L'autore di questa lettera è l'apostolo Giuda soprannominato Taddeo, fratello di Giacomo (vedi l'Introduzione alla lettera di Giacomo)."
Giacomo 'fratello' (cugino) del Signore deve essere distinto dall'apostolo Giacomo il Minore figlio di Alfeo: il Giacomo fratello del Signore che si dichiara autore della neotestamentaria Lettera di Giacomo non si autoidentifica come 'apostolo', mentre se lo fosse stato lo avrebbe sicuramente indicato. Di contro, in Gal 1,19 Paolo indica Giacomo come apostolo (per la distinzione Giacomo Minore/fratello v. p.es. i cattolici Ugo Vanni,[7] Pasquero Fedele[8]; a favore invece dell'identificazione tradizionale Giacomo Minore = 'fratello', v. p.es. Giuseppe Ricciotti[9]).
Similmente, anche Giuda fratello di Giacomo, e dunque fratello di Gesù, deve esse distinto dall'apostolo Giuda Taddeo, poiché nell'incipit della Lettera di Giuda non si autoidentifica come 'apostolo' (v. i cattolici Pasquero Fedele,[10] Salvatore Garofalo;[11] a favore invece dell'identificazione tradizionale dei Giuda Taddeo e 'fratello', v. p.es. Giuseppe Ricciotti[12]).
Va fatto notare che tali scissioni (Giacomo fratello/Giacomo Minore; Giuda fratello/Giuda Taddeo) si basano sulla loro mancata autoidentificazione come apostoli, e la validità del silentium come argumentum non è molto solida.

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